
A difesa dei diritti della gente
Gli F35 bombardano le decisioni della politica italiana,
04.07.2013 13:51Fuoco e fiamme in parlamento, la politica sottomessa alle gerarchie degli F35
Se i caccia F35 sono più importanti del Parlamento, chi comanda il Paese?
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A chiarire la catena di comando, la gerarchia decisionale sul caso, ci ha pensato il Consiglio Supremo di Difesa presieduto da Napolitano, che sull'ammodernamento delle forze armate non ammette veti da parte del Parlamento. Se i caccia F35 sono più importanti del Parlamento, chi comanda il Paese?
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Chi deve decidere se non il Parlamento sui 50 miliardi di euro che lo Stato italiano si è impegnato a spendere sugli F35, i cacciabombardieri di ultima generazione che, dalle piazze, gli striscioni, le proteste, gli editoriali per finire nel chiacchiericcio da bar, stanno spaccando in due il dibattito politico del Paese? La domanda, posta così, poteva, fino a questa mattina, caricarsi di facile retorica. Nella domanda la risposta, indotta. Niente di più falso. Ci ha pensato una riunione del Consiglio Supremo di Difesa, tenutasi nel primo pomeriggio al Quirinale, e presieduta dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano, a far chiarezza. O meglio, a ristabilire la gerarchia di comando. Nel senso che, secondo quanto comunicato a fine vertice, il Parlamento non può porre veti sull’adozione di provvedimenti riguardanti l’ammodernamento delle forze armate. Cioè i rappresentanti dei cittadini, eletti in elezioni libere, non possono inficiare i piani della Difesa. Che è un po’ come dire che la Difesa è sopra o quanto meno al di sopra del potere legislativo. Un ‘a parte’ completamente indipendente dai voleri popolari. Se i caccia F35 sono più importanti del Parlamento, chi comanda il Paese?
„Fatto questo passaggio, il Parlamento si era sentito libero temporaneamente di poter voltar pagina. Fino al vertice del Quirinale e a quella nota un po’ generica, un po’ sibillina che ha messo tutti in guardia. Una nota che perimetra benissimo il campo di battaglia su cui giocare questa partita: nel “rapporto fiduciario” tra Parlamento e Forze armate, “che non può che essere fondato sul riconoscimento dei rispettivi distinti ruoli”, la “facoltà del Parlamento” di “eventuale sindacato delle Commissioni Difesa sui programmi di ammodernamento delle Forze Armate, non può tradursi in un diritto di veto su decisioni operative e provvedimenti tecnici che, per loro natura, rientrano tra le responsabilità costituzionali dell'Esecutivo”.“
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